I Consigli Evangelici e i Laici

Dopo la pausa estiva, ci siamo rivisti con i nostri laici apostolici per continuare il cammino di formazione. A giugno avevamo terminato con le virtù teologali e cardinali, e a ottobre abbiamo iniziato sempre con delle virtù, se così si può dire, e cioè i consigli evangelici, come introduzione a ciò che è il loro contrario: i vizi capitali.

All’inizio ci è sembrato strano associare i cosiddetti consigli evangelici, povertà, castità e obbedienza, alla figura dei laici; di solito sono associati alla vita consacrata. Eppure, la verità è che tutti i battezzati sono chiamati a vivere i consigli evangelici. Dopo una breve introduzione sulla formazione cristiana di ogni battezzato, li abbiamo inquadrati uno per uno che sintetizzo di seguito.

La povertà evangelica è un modo di porsi di fronte alle cose che rende liberi. Il suo contrario, e cioè l’avere, il desiderio di possedere, è qualcosa che prima o poi finisce per possederci, alla fine ci rende schiavi. Alcuni malesseri della nostra società provengono da questo. Abbiamo visto come la povertà si coniuga anche nella fiducia alla Provvidenza, è Dio che veglia sulle nostre esistenze.

L’obbedienza di solito viene vista come sottomissione e mancanza di libertà. L’obbedienza evangelica ha a che vedere con la nostra relazione con Dio. Gesù quando offre la sua vita al Padre, si affida a Lui e contemporaneamente compie un atto di libertà, una scelta libera:” nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso” (Gv 10,18). L'obbedienza al Padre di Gesù è filiale e dettata dall'amore. Solo in una relazione d'amore filiale con il padre, da cui ci sappiamo amati, è possibile vivere l'obbedienza intesa come adesione alla sua volontà sulla nostra vita. L'obbedienza è morire a se stessi, spogliarsi del nostro egoismo e del nostro calcolo per metterci all'ascolto dello Spirito Santo.

Il consiglio evangelico della castità non riguarda esclusivamente il fatto di non esercitare la propria sessualità. Quando si parla di castità nel matrimonio, non si intende che i coniugi non debbano avere rapporti sessuali. La castità è un atteggiamento, una forma di amore per l'altro che tende a considerarlo in tutta la sua bellezza e dignità, e a desiderare la sua realizzazione. Quando l'amore, l'amicizia sono privi di questo sguardo sull'altro, il rischio è quello di considerarlo come una nostra proprietà.

Ci siamo poi inoltrati nei principali riferimenti biblici della castità, a partire dalla Genesi fino alle lettere paoline. Abbiamo visto inoltre come una persona per vivere realmente la virtù della purezza, deve essere casta nel corpo, nelle relazioni e nello spirito. Abbiamo approfondito il significato di questi tre livelli. Infine, ci sono delle virtù che sostengono, accompagnano e custodiscono la castità stessa e sono: la modestia, la temperanza, l'umiltà, la prudenza e la fedeltà.

Alla fine, abbiamo vissuto un momento di preghiera in adorazione a Gesù sacramentato e poi abbiamo partecipato alla Santa Messa. Non è mancato a seguire una cenetta insieme, dove ognuno ha condiviso ciò che di buono aveva preparato.