Il piccolo seme

Nei mesi di aprile e maggio, abbiamo iniziato a ripercorrere, soprattutto per i nuovi laici in cammino, il “Piccolo seme”, breve direttorio storico, ascetico e spirituale della nostra famiglia religiosa. Abbiamo iniziato dal sapere chi siamo e come nasciamo. Innanzitutto, siamo un’associazione pubblica di fedeli riconosciuta e approvata nella diocesi di Palestrina dall’allora sua eccellenza mons. Domenico Sigalini. La Famiglia Apostolica nasce ispirandosi al passo evangelico “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8), “…con carità senza confini” aggiunto dal nostro fondatore, il Padre don Giovanni Luzi, sulla scia della grande spiritualità di san Giovanni Calabria, santo veronese, fondatore dell’opera dei Poveri servi della divina provvidenza. Per noi, quindi, don Calabria rappresenta il nostro “nonno” fondatore.

Questa famiglia nasce il 26 agosto 2000, stiamo vivendo un anniversario importante: i 25 anni dalla nascita! Da sempre Gesù ha pensato e voluto questa piccola realtà ecclesiale, per portare al mondo un messaggio di fede e di speranza, attraverso una carità concreta che si fa gioiosa accoglienza. In un preciso e determinato tempo storico, Dio vuole sottolineare il suo esserci da padre provvidente, che pensa e ha cura di noi, che ci pensa sì da Dio, ma con un amore di Padre! Desidera un piccolo gruppo di anime, da Lui scelte che, consacrate al suo Eucaristico Cuore di Buon Pastore per le mani della sua Vergine Madre Maria, possano essere strumento di bene e d’amore per quanti si smarriscono, in modo particolare per le vocazioni di speciale consacrazione e le anime sacerdotali. Dio sapeva che la Chiesa nel suo terzo millennio avrebbe dovuto affrontare delle persecuzioni, le cui principali vittime sarebbero stati proprio i sacerdoti, i suoi più amati figli. Per questo motivo ha pensato a noi come supporto d’amore, attraverso un’accoglienza sincera, senza giudizi e nella gratuità.

Nel giorno della sua ordinazione sacerdotale, presso la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, il padre don Giovanni, prostrato a terra durante le litanie dei santi, chiedeva a Dio di essere un prete per gli altri, un prete apostolico, secondo il Cuore di Gesù Buon Pastore. Abbiamo ripercorso in breve i servizi svolti dal nostro fondatore: prima tra i poveri e i giovani in una periferia difficile di Roma, poi rettore e padre spirituale al seminario Giovanni Paolo II; tra i malati e gli anziani di una casa di cura, con incarichi anche di governo nella sua comunità religiosa, fino a quando Dio gli ha rivelato in preghiera, una nuova chiamata, una vocazione nella vocazione: essere padre di una nuova opera. Questa nuova famiglia deve dedicarsi alla formazione dei sacerdoti, in uno spirito di famiglia, nell’abbandono alla Divina Provvidenza, nel nascondimento, accogliendo anime, aiutando soprattutto vocazioni povere e in difficoltà, sacerdoti e religiosi in crisi. Di stile apostolico, aiuteremo i vescovi nella loro pastorale lì dove c’è più bisogno e necessità. L’importanza dell’essere sempre una famiglia che accolga, una casa calda che abbracci, per trasmettere i valori di Dio. Essere un cuore che pulsa amore e traghetta amore dal Cuore Eucaristico Di Cristo Buon Pastore al cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo, fino a quando Dio vorrà. Chi entra in questa famiglia, deve sentirsi chiamato, e soprattutto lavorarsi per una personale santificazione, per essere poi strumento di grazia anche per la santificazione soprattutto dei sacerdoti e dei consacrati. È bello e importante ciò che scriveva don Calabria, sentiva che la sua Congregazione doveva chiamarsi ed essere una Famiglia, sostituendolo proprio all’altro di congregazione; scriveva ancora ai suoi religiosi “...saremo grandi se saremo piccoli, saremo ricchi se saremo poveri, compiremo cose grandi se ci conserveremo fedeli ai piccoli quotidiani doveri…i pochi formeranno i molti”. Questo messaggio è lo stesso per noi!

Ha fatto seguito l’adorazione eucaristica, la santa messa e la cena condivisa in spirito di famiglia, per imparare dai gesti più semplici a essere un cuor solo e un’anima sola.