Il 14 giugno abbiamo concluso gli incontri di formazione continuando ad assaporare il Direttorio della nostra piccola famiglia. Siamo ripartiti guardando alla direzione spirituale e al consiglio: tutti i membri devono dedicarvisi con amore e assiduità, i laici apostolici possono benissimo ascoltare e consigliare le anime che il Signore ha posto sulla loro strada. I sacerdoti dedicheranno tempo, energie e con cura al sacramento della confessione; a loro volta si lasceranno consigliare e guidare da una persona di Dio accostandosi spesso loro stessi alla misericordia di Dio. Il nostro caro nonno fondatore, a riguardo, diceva di confessarsi regolarmente, avendo un confessore stabile e ricordando il suo caro Padre Natale di Gesù, suo padre spirituale per più di quarant’anni. Poi abbiamo proseguito parlando della comunità mista dei consacrati, sacerdoti, fratelli e sorelle, che vivranno insieme con gli stessi diritti e doveri, sempre riguardando alla differenza dello status del sacerdote: preghiera, lavoro, apostolato e pasti vissuti insieme. Tutti “senza testa, cenci e creta” nelle mani di Dio e dei superiori. La creta si sa, è malleabile e modellabile, per spiegare il “cencio”, abbiamo raccontato di quando santa Teresina desiderava essere una pallina: il Signore ci avrebbe giocato finché ne avesse avuto voglia, poi l’avrebbe riposta in un angolo. Così è ancora più chiaro il concetto di essere “cencio “che intendeva don Calabria. Abbiamo sottolineato lo spirito di Famiglia, che dovrebbe differenziare la nostra attività nella pastorale parrocchiale o di altro genere; il non chiedere nulla per i servizi ministeriali e per l’accoglienza nelle nostre case, ma si accettano offerte libere; il non esercitare nessuna forma di pubblicità per vantaggi economici, ma solamente lotterie, riffe, pesche di beneficenza, vendita di manufatti e oggetti sacri. Abbiamo sottolineato la composizione della nostra famiglia spirituale, suddividendola tra chi vive insieme quotidianamente e chi no. I primi sono i sacerdoti, fratelli, sorelle, monaci e monache, mentre i secondi sono gli oblati e i laici, tutti Apostolici per la Chiesa, formando insieme la Famiglia Apostolica per la Chiesa – “Madre del Buon Pastore”. Abbiamo ripercorso i principali patroni e modelli di vita: il Cuore Eucaristico di Gesù Buon Pastore, dal quale nasciamo, Maria la Madre del Buon Pastore, san Giuseppe, san Michele Arcangelo, san Giovanni Calabria, san Pio da Pietrelcina, il Curato d’Ars, san Giovanni Paolo II, santa Teresina, santa Gemma Galgani e santa Maria Goretti.
I sacerdoti e i consacrati saranno “inviati” dalla Chiesa e per la Chiesa, assolvendo il loro spirito apostolico, proprio della nostra Famiglia. L’Apostolo infatti vive per Cristo. Il sacerdote, il fratello, la sorella e il laico apostolici, sono servi poveri di Gesù per chiamata, non per i nostri doni, ma per grazia di Dio siamo chiamati: nelle Sue mani lavoreremo come strumenti di amore per le anime, santificando la nostra vita e di conseguenza quella di chi abbiamo a fianco, vivendo nel mondo, ma senza essere del mondo e questo è importante ricordarselo, non del mondo ma con lo sguardo al Cielo, ricordando l’eternità meravigliosa della propria vita.
L’apostolicità per i consacrati è ad nutum Episcopi, a disposizione dei suoi vescovi, andando e operando lì dove la Chiesa ci chiamerà.
Il nostro incontro si è concluso, dopo l’adorazione eucaristica e la santa messa, condividendo la cena insieme in un’agape gioiosa.